Letter from an Italian in Tunis "Italy is not received by the" big crisis "is waiting for you" by Federico Costanza, lundi 14 février 2011, 03:43
Oggi, 14 febbraio 2011, la Tunisia celebra il suo primo "mese" rivoluzionario.
Esattamente 31 giorni fa l'ex Presidente Ben Ali fuggiva dal paese in rivolta
e, per la prima volta dopo più di cinquant'anni di dittatura, si apprestava a
vivere la sua era di libertà.
Ad un mese dalla Rivoluzione del 14 Gennaio, emerge il problema dell'esodo
massiccio di migranti che, approfittando del cambiamento della situazione
and less control on the coast, embarked at the time of European coasts.
Faced with a historic event like this and even more frightened by
as recent events in Egypt, our government is not better to do than spread
the psychosis of the 'humanitarian emergency, "reproached the
EU foreign policy. So, after the total absence of our diplomacy
both before and after, around one of the most important
phases in the history of North Africa and the Arab world, you decide to tackle the problem
looking in its own backyard, a little 'as
complain of noise with his head out of the building as condominium
the bombs rain down.
What RAITRE on Sunday night, a "Che tempo che fa," he offered the duo
Fazio-Maroni is one of the most miserable and at the same time
paradigmatic expressions of public and political debate in Italy, where a
interviewer although good and attentive, asks questions at all trivial to
Minister which must hold the candle, decorating the sad list of
simplifications with the same misinformation, for use and consumption of a public television
poorer, the stage of a country held hostage by if
himself and his ignorance.
Before the world remain pitifully provincial!
heard that the flow of immigrants from the Tunisian coast is the result of a country
in "total chaos and drift," or worse "without government, in
prey to anarchy, violence, looting, earthquakes, and no references
institutional" is an attack on the heart of the Tunisian people, its dignity ,
the tremendous effort they are doing, first of all Arab peoples, in
rid of a stigma for them to be slaves for all eternity autocracies.
As well, the usual chatter on sports bar, the only great solace in
we are able to Italians, that rather than strive to fully understand the world around us
, especially the one nearest you, our Mediterranean
prefer to give the blame others and cry "wolf wolf" for non dover
ammettere le nostre colpe: quello mai, mai! Primo dovere del buon berlusconismo
di maniera: negare sempre! Anche di fronte all'evidenza.
Qui a Tunisi la situazione è sempre molto fluida. Tutti cercano di riprendere
rapidamene la vita normale. Uffici pubblici e negozi han ripreso gli orari
normali di lavoro. Continuano ad esserci manifestazioni, ogni giorno scioperano
tanti settori della società: i tunisini non hanno mai avuto a disposizione
tanta libertà, giustamente. Ogni mattina, io che lavoro in centro città e quindi nel cuore della protesta, faccio lo slalom tra manifestanti e disservizi.
La gente protesta contro elementi del vecchio regime che sono rimasti ai loro
posti (funzionari, impiegati, gente che era collusa col potere). Pian piano
stanno rimuovendo e sostituendo tutte le figure chiave della vecchia Tunisia.
Il partito di Ben Ali, seppur sospeso in questi giorni, contava 2 milioni di
iscritti su 10 mlni di abitanti: non sarà facile riorganizzare le strutture
della società pubblica.
C'è ancora il coprifuoco in vigore, ma è stato alleggerito (da mezzanotte alle
4 del mattino). L'altra sera con amici si è fatto l'aperitivo a La Marsa,
località fuori Tunisi: una folla di gente che sciamava per le strade prima del
coprifuoco, birra, pizza e politica, vagiti di libertà!
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